Claudio Fava

President Scientific Commitee presso ENERGIA CAPITALE ROMA

Data pubblicazione: 1 ott 2023

 
#ENERGIAACCORDORUSSIASAUDITIACORTORAGGIO

Preoccupa le famiglie italiane e non solo l’impennata del costo del brent giunto a circa 100$ al barile,  ed il conseguente allineamento del costo dell’energia, che in questi giorni agita il mercato e gli opinionisti d’europa.

Certo che con la turbativa dell’invasione in Ucraina trovano un terreno piu’ fertile gli speculatori che vedono, con la recente decisione dell’OPEC+  di tagliare l’estrazione giornaliera del brent,  la continuazione di un trend al rialzo, che potrebbe anche andare sopra i 100$ al barile!!

Ma non ci facciamo prendere dal panico… con calma, esaminiamo  il recente passato.

Partiamo innanzitutto da un must che imperava fino a pochi anni fa. Chi si ricorda l’importanza data alla previsione della teoria del picco di Hubbert? Bene questo ha governato il cinquantennio 1960-2010 relativamente allo sfruttamento delle riserve di fossile esistenti in tutto il mondo

Infatti il mondo OCSE e non solo, a tutti i livelli me compreso, era condizionato dal fatto che il grande scenziato appunto indicava, con il raggiungimento del limite del 50% di sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas, il punto oltre il quale sarebbe iniziato il declino della civilta’ occidentale. In quanto il rimanente 50% sarebbe costato talmente tanto..che avrebbe reso improducibile qualsiasi bene che necessitasse dell’energia nel proprio ciclo di produzione.

Ahime scenario  verosimile e sopratutto ….inarrestabile.

Ma le cose non sono andate cosi’.

Innanzitutto perche’ le grandi Oil-Company con le societa’ di prospezione geofisica,  aggiornate dalle nuove tecnologie acquisite, hanno effettuato scoperte inenarrabili, e l’ENI in grande sviluppo, ne ha tratto vantaggio. . Basta citarne uno solo come esempio recente, il LEVIATHAN mediterraneo, (600MD di mc di gas) tra Israele ed Egitto, uno dei tanti giacimenti certificati,per dimostrare la vittoria della ricerca di idrocarburi,  quindi l’istogramma di Hubbert si e’, di fatto, triplicato…in aggiunta vi è la spinta ormai incisiva  alla transizione energetica.

A cio’ si e’ aggiunto il fatto che lo Shale Gas, ovvero la raschiatura di tutti i fanghi abbandonati nei pozzi di idrocarburi in tutto il mondo,  puo’ liberare altro gas estraibile da parte dei concessionari, a partire dal momento in cui il prezzo di vendita del barile superi i 100$. Infatti questo prezzo che accoglie molto profitto per le Oil Companies a livello mondiale  rimette in gioco prepotentemente  l’estrazione dallo shale gas… che e’ di 15 dollari aggiuntivi al costo di estrazione normale. Creando di fatto un nuovo “competitor” globale.

Infine altro calmiere dei prezzi al consumo vi è anche il discutibile metodo di estrazione “fracking” specie negli USA che non conoscono la prudenza verso la stabilità geologica locale, e colgono l’enorme opportunita’ di poter fornire il gas generato dalla triturazione industrializzata delle rocce impregnate di sostanze fossili, vendute  anche in Europa.  Quell’Europa che e’ sempre stata il mercato piu’ importante per la Russia.

Concludendo, se la temperatura non rigida in Europa continuasse,  come del resto e’ avvenuto gia’ nel 2022, anche nel prossimo inverno, a  “”scorte piene”,  i profitti attesi dagli speculatori rimarranno soltanto  “attesi”, evitando di gravare sulle bollette dell’energia elettrica in Italia.. con buona pace dell’authority e delle famiglie.